Tuesday 7 August 2007

Ragione e Sentimento

Ragione e sentimento…

Campassi mille anni, continuerei a stupirmi della fantasia della vita… L’inutile affannarsi degli uomini a rincorrer idee geniali ed originali si confronta ogni giorno con la superba ed irraggiungibile destrezza della sorte.
Quando pensi che tutto oramai scorra su solidi binari solitari, ecco che il treno del destino ti viene incontro e ti travolge viaggiando su binari fantasma.
Ed è allora che chiunque si possa pensare di essere si viene investiti, triturati, macinati… separando il chicco dalla pula, per poter poi esser farina, farina per il pane della vita.
Ma c’è una costante, con cui la sorte si diverte a imporsi… l’inaspettato, spesso accompagnato dal manto dell’”apparenza innocua”…
Cosa vi è di più innocuo di un gioco? Nulla forse… se il gioco resta con quelle sembianze, nulla se i giocatori sanno di essere tali.
Eppure, quando tutto si è definito ecco che la sorte beffarda si diverte, trasformando il gioco in ruolo, ruolo che deve essere indossato se si vuole esser partecipi del piano del destino.
Rimorsi o rimpianti? Quante volte di fronte ad un bivio la domanda si è imposta brutale e implacabile.
Posso non rispondere? Posso non decidere?
No…
Si può rimandare… ci si può forse prendere del tempo per arrivare al bivio, ma non ci è dato di non scegliere.
Quanti tormenti.
Quanti contorcimenti dell’anima.
Quanta sofferenza.
La scelta… una rinuncia, in ogni caso una rinuncia.
Se è Est, non è Ovest…
Se è giorno, non è notte…
Restare non è andarsene.
Eppure c’è una differenza, se nel rimpianto, so di aver lasciato un’occasione, resto su un terreno che conosco, che forse non mi arricchirà come l’occasione perduta, ma conosco ogni zolla di quel che calpesto.
Il rimorso?
Strana parola, se la si pronunzia da sola… ha già di per sé un suono pericoloso… ri – morso.
Quando la vita ti ha già morso, vuole dire che hai sulla schiena sacchi pesanti, che trascini ogni giorno cercando di farlo con leggerezza, con grazia, con dignità.
Ragione, sentimento, rimorso, rimpianto se ne vanno a braccetto allegri e spensierati calpestandoti l’anima.
Tua sola la scelta, tue sole le conseguenze, tue sole le gioie, tue sole le sofferenze.
Non ti salva nemmeno la Follia, che se pur figlia di un Momento, con suo padre Cronos ti rimetterà di fronte a te stesso, senza scappatoie, senza sbiadimenti, con tutta la forza delle prese di coscienza, dopo le fughe.
Del coraggio e della fortuna narrano gli antichi… Ma nemmeno Napoleone avrebbe potuto fare affidamento solo su di esse.
Eppure… eppure esiste un luogo in cui tutto è possibile… un luogo in cui dolore e morte non entrano. I guardiani della soglia le cacciano ogniqualvolta esse tentano di affacciarsi. Un luogo bellissimo in cui il corpo non soffre mai, ma mantiene forme e forze eterne. Un luogo in cui la bellezza e l’armonia regnano in perfetta sintonia…
Dove gli alberi hanno sempre le foglie e son carichi di frutti e profumi… dove il cielo non è mai in tempesta e le notti son stellate. Un luogo in cui siamo liberi di essere solo noi stessi… con la possibilità di amare senza dover definire.
Quel luogo è il sogno… e un sogno voglio essere.
Eterno, senza il peso della carne, senza il piombo dell’esistenza…
Canta una voce soave…
Note armoniche, note perfette che accudiscono e custodiscono.. parole che scendono come miele dentro me… placandomi e facendomi sorridere… riconciliandomi dolcemente con la vita…
….”In your heart, in your soul, did you find peace there”…..
Una pressione leggera… e il sogno sarà eterno…

Partendo dal presupposto che condivido solo in parte, volevo riportarlo. Tale e quale mi è giunto.

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